Seconda settimana Fase 2

Si è conclusa la seconda settimana della fase 2. Stiamo iniziando a lasciare le nostre case e ci accorgiamo che in questi mesi le abitazioni ci hanno comunicato qualcosa.

Le abbiamo vissuto molto di più del passato e le abbiamo capito meglio. Ogni fruitore ha colto dei difetti, mancanze che prima, quando avevamo uno stile di vita completamente differente, non vedevamo. Abbiamo capito che, forse non avere uno spazio esterno d’ora in poi è molto più penalizzante di prima. Ci siamo resi conto che dimensioni molto ridotte sono ideali per una vita che si svolge all’esterno dell’appartamento e che ora, costretti a vivere e lavorare nelle nostre case dei metri quadri in più sono vitali. La stragrande maggioranza dei colpiti da COVID 19 si è curata a casa, costringendoci ad avere spazi anche per questa funzione. Tutto questo mette in crisi un modello di abitazione fino ad oggi adottato e perseguito. Si dovrebbe iniziare a parlare di qualità dell’abitare introducendo criteri qualitativi e non quantitativi. Fino ad oggi nella stragrande maggioranza dei casi la progettazione di un’abitazione si basa sul soddisfacimento di dimensioni minime previste da leggi urbanistiche degli anni 40. Mettere al centro l’uomo con le proprie esigenze dovrebbe essere il nuovo approccio alla progettazione. Avere nella propria abitazione una zona filtro dove spogliarsi o effettuare le procedura di pulizia e sanificazione delle mani non necessariamente raggiungendo il bagno posto in fondo all’abitazione, potrebbe essere una esigenza dettata dagli eventi COVID. Concependo poi il bagno come un ambiente per la cura di se stesso. L’abitazione diventerà sempre meno generalista e sempre più cucita intorno a chi la vive. Anche per il nuovo i costruttori dovrebbero prevedere la possibilità di personalizzare il futuro appartamento in funzione delle esigenze del nuovo cliente. Si avranno quindi costruzioni più flessibili con modelli meno conformisti. Un lavoro molto più stimolante anche per i progettisti, dove avrebbero un ruolo più attivo. Progettare come ricerca di nuove forme dell’abitare. Bisognerebbe ripensare ad un’attività edilizia pubblica capace di promuovere nuovi stili e modi dell’abitare, ricucendo le nostre periferie molto spesso degradare ed abbandonate.

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