Ecobonus 2025 come sarà il nuovo incentivo

Rispondendo ad un’interrogazione presentata in Commissione Attività Produttive della Camera (seduta del 25 settembre),

il viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava, ha fornito importanti anticipazioni sulla riforma delle agevolazioni per gli interventi di riqualificazione energetica.

L’obiettivo del Ministero è la revisione del sistema delle detrazioni fiscali con il superamento dell’attuale frammentazione delle diverse detrazioni e un focus sugli interventi più efficaci in termini di costo.

Più in particolare, la riforma punta ad introdurre una modulazione dei benefici in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, attraverso interventi graduati in termini di priorità.

Più in particolare, la riforma allo studio prevede:

  • la durata almeno decennale dell’incentivo per rispondere efficacemente agli obiettivi previsti dalla Direttiva Case Green;
  • una limitazione dei benefici alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva Case Green (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica, e altro), escludendo categorie catastali di lusso e le tecnologie non più ammissibili secondo le norme europee;
  • la riduzione dei benefici agli interventi singoli e benefici crescenti in funzione della performance energetica raggiunta;
  • un tetto di spesa annua complessivo per la misura e costi massimi specifici omnicomprensivi per gli interventi;
  • strumenti finanziari di supporto da affiancare, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica, anche tramite l’individuazione di sinergie con la riforma del Fondo nazionale efficienza energetica.

La risposta del viceministro segue alle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri che, intervenendo all’assemblea di Confindustria del 18 settembre, ha ipotizzato una riconferma dell’Ecobonus al 65% solo per la prima casa di abitazione e solo per le spese che assicurano i migliori risultati in termini di efficienza energetica.

E potrebbe spuntare anche la trasformazione dei bonus fiscali in trasferimenti monetari per i contribuenti incapienti.

Importanti anticipazioni sono state fornite anche dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin in un’intervista del 9 settembre 2024 a “Il Messaggero”.

Si punta a superare la logica “generalista” del Superbonus e a “privilegiare quegli strumenti – cappotti termici, riscaldamento a pavimento, pompe di calore o doppi infissi – che garantiscono un surplus di risparmio energetico.” Secondo questa ipotesi, gli incentivi potenziati al 65% verrebbero previsti unicamente per i lavori che garantiscono l’aumento della classe energetica dell’edificio.

Trapela un’importante novità sugli infissi. Oggi è previsto un credito d’imposta tra il 50 e il 65% ma in futuro l’agevolazione potrebbe essere unica.

Ai “meno abbienti”, coloro che “non hanno fiscalità e non possono usufruire del credito d’imposta”, l’agevolazione per la ristrutturazione sarà erogato “sotto forma di sovvenzione.

In cantiere c’è l’idea di un’aliquota ordinaria e una maggiore che scatterà per le fasce più deboli, con una defiscalizzazione crescente per gli interventi che garantiscono una maggiore decarbonizzazione.

Al momento si è in attesa delle simulazioni del MEF per valutare l’impatto dal punto di vista finanziario dei bonus edilizi in rapporto al numero di edifici, civili e non, da ristrutturare in chiave green.

Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, le detrazioni per l’efficientamento energetico pesano circa 2 miliardi all’anno.

Fonte biblus.acca.it

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